La Green Logistic Valley per “ribaltare” i dati su formazione e occupazione in Valpolcevera

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Un futuro sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale; un’ambizione importante che, nella visione per la Valpolcevera della Green Logistic Valley, trova pieno compimento.

Incontriamo il Direttore Generale Spediporto Giampaolo Botta, e con lui vogliamo soffermarci, in particolare, sugli aspetti sociali utilizzando, come strumento di riflessione, i numeri che, come in ogni ambito, fotografano al meglio la situazione in essere.

Recenti analisi hanno sottolineato le difficoltà di crescita economica della Liguria, regione dove c’è una forte “fame” di lavoro, soprattutto tra i più giovani. E la Valpolcevera, in questo senso, è una cartina di tornasole molto significativa.

La Green Logistic Valley vuole avere una forte connotazione territoriale e, dunque, si lega a doppio filo con l’esigenza di proporre una soluzione sostenibile ma che, soprattutto, garantisca sviluppo alla Valpolcevera e, di conseguenza, a tutta la città di Genova e alla regione. I dati Istat, presentati alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, ci raccontano di quartieri dove le famiglie in sofferenza economica sono più del doppio rispetto alla media dell’intera città. Dati che fanno il paio con quello, più generale, relativo alla Liguria dove il PIL, indicatore chiave per valutare la crescita economica, aumenta in modo risibile (+1,38% il valore tendenziale del 2024 rispetto a quello registrato nel 2019) e colloca la regione quasi in fondo alla graduatoria delle regioni italiane. Una riflessione è necessaria, dunque, perché un progetto come la Green Logistic Valley, inserito in un contesto economico innovativo anche da un punto di vista normativo ( e qui mi viene in mente, ovviamente, la Zona Logistica Semplificata ) può offrire davvero nuove opportunità di sviluppo sostenibile sotto tutti i profili, da quello sociale a quello ambientale.

Fame di lavoro che riguarda tutte le fasce d’età ma in particolare i giovani e i soggetti più fragili. La Green Logistic Valley si rivolge anche a loro e porta al centro un aspetto fondamentale come quello della formazione.

La Liguria ha un tasso di disoccupazione giovanile del 20,3%, il peggior dato del nord Italia insieme a quello del Piemonte. Siamo messi male anche per quanto riguarda il tasso di mancata partecipazione, elaborato da Svimez, che raccoglie non solo i disoccupati ma anche gli “scoraggiati” (persone disposte a lavorare che non svolgono attività di ricerca attiva) e i “sottoccupati” (gli occupati che sarebbero risposti a lavorare più ore): il 10.5% della Liguria rappresenta il dato più alto del Nord Italia. La Valpolcevera ha una popolazione mediante più giovane rispetto al resto di Genova ma con un tasso di scolarizzazione minima più basso e dove l’incidenza percentuale dei giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano è da 1 a 7 punti superiore alla media genovese. Ecco perché la Green Logistic Valley si rivolge ai giovani del territorio, che grazie ad essa potranno trovare nuove opportunità di lavoro; sarà fondamentale coinvolgere tutti, dalle scuole di formazione agli istituti tecnici superiori, per individuare percorsi di crescita professionale che si integrino con le esigenze delle aziende che troveranno sede in questa zona. E la formazione riguarderà anche i soggetti fragili, coloro che non riescono, oggi, ad inserirsi nel ciclo produttivo e che, invece, potranno crearsi una professionalità e utilizzarla in realtà, come la Farm 2.0, che si insedieranno in Valpolcevera.

La Green Logistic Valley è un progetto di ampio respiro che ha, tra i suoi cardini, la “restituzione” al territorio, intesa sotto diversi aspetti: crescita economica, miglior qualità della vita, possibilità di avere a disposizione strutture e infrastrutture moderne, progetti di sviluppo innovativi come la Farm 2.0. Come si possono, dunque, ribaltare i numeri che raccontano dell’odierna “sofferenza sociale” della Valpolcevera?

Ritengo che uno dei cardini essenziali debba l’unità d’intenti con le istituzioni. Per questo Spediporto sta lavorando alla realizzazione di una Fondazione, esempio di integrazione tra pubblico e privato, che possa supportare passo dopo passo tutta la progettualità anche per quelli che sono gli aspetti burocratici, amministrativi ma soprattutto per far si che la visione che abbiamo del futuro in Valpolcevera sia pienamente condivisa. E qui mi piace sottolineare il rapporto che abbiamo stretto con il Municipio e con il suo Presidente Federico Romeo: un segnale di come il territorio abbia recepito le nostre intenzioni e veda in questo progetto una proposta capace di rilanciarlo. I numeri che abbiamo enunciato si possono, anzi si devono ribaltare: siamo certi che con la Green Logistic Valley, tra qualche tempo, queste cifre saranno ben diverse.

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