24.10.2021 Non Si Fermano Le Proteste Nel Porto Di Genova

Giampaolo Botta: La sensazione è quella che il porto di Genova stia nuovamente sprofondando in una spirale di forti tensioni sindacali. Con il rischio che dai disagi generati dalle legittime rivendicazioni delle RSU, ancora una volta di Prà-PSA, possano innescarsi, anche questa volta, ulteriori motti di protesta e rivendicazioni, anche sociali, difficili da controllare e potenzialmente in grado di estendersi ben oltre i confini della portualità.

Non possiamo che essere preoccupati. Abbiamo da dopo concluso uno sciopero a singhiozzo al Prà PSA durato dal 11 al 15 ottobre, che di fatto ha ridotto al 50% la capacità recettiva del Terminal. A causa dei disagi seguiti allo sciopero si è inserita la protesta degli autisti, giustamente esasperati, da anni di disservizi sulle autostrade del Nord-Ovest, che ha trovato sfogo davanti ai varchi portuali dello stesso Terminal.

Quasi parallelamente andava in scena, nel Porto Vecchio, l’iniziativa anti Green Pass che è stata sposata anche da numerosi lavoratori portuali. Tutto questo pare destinato a replicarsi dal 8 al 14 Novembre al Prà-PSA. Ed al Varco Etiopia con 48 ore di sciopero delle USB dal 25 al 26 Ottobre.

La situazione é insostenibile, la credibilità operativa del nostro scalo portuale è ai minimi storici, le aziende di autotrasporto rifiutano Genova come destinazione dei loro viaggi

L’internazionalizzazione di numerose aziende italiane ha dimostrato che delocalizzare in una delle tante free zone estere, oltre a garantire un risparmio di costi e la fruizionedi tutti i benefici logistici, burocratici e infrastrutturali connessi a una zona franca, ha anche consentito alle imprese di sviluppare centri di ricerca e innovazione, poli di sperimentazione e laboratori di ecosostenibilità, con importanti ricadute sul settore occupazionale, di tipo quantitativo e qualitativo. Queste best practice devono poter essere replicabili anche in Italia.

Commette un enorme errore chi sottovaluta la portata di questi strumenti, relegando il Nordovest a mera comparsa commerciale sul resto del mondo». La ZIs “rafforzata” del porto di Genova, conclude Botta, «proprio nell’ambito dell’innovativo progetto di sviluppo della Valpolcevera, può innescare non solo un progressivo incremento dell’offerta innovativama anche un fenomeno reshoring, conseguenza degli effet ti negativi prodotti dall’emergenza sanitaria, e oggi anche da quella bellica, sulle global value chains, che impongono una loro sapiente diversificazione».

Questo fatto, associato ad una sempre più marcata assenza di autisti, di recente aggravata dal tema Green Pass, rischia di trasformarsi in una sciagura economica per la città e per migliaia di imprese del Nord Ovest.

Ma siamo sicuri di volere tutto questo per Genova? C’è consapevolezza, in chi scenderà in piazza, dei danni che si cagioneranno? Diritti sindacali e sociali vanno tutelati, ma anche il lavoro ed il futuro di un territorio meritano rispetto e considerazione.

Siamo sotto il periodo Natalizio, in queste settimane sbarcano nel Porto di Genova migliaia di contenitori con rifornimenti per negozi e supermercati in previsione della festività, non possiamo permetterci di essere ricordati come il Porto che mette a rischio il Natale di milioni di italiani.

Non penso sia giusto entrare nel merito della vertenza sindacale e dei rinnovi degli accordi aziendali, fanno parte di una dialettica interna alla azienda, ma una valutazione sull’opportunità che la protesta arrivi proprio in questo momento penso vada fatta.

Fonte Liguria Today – Intervento di Giampaolo Botta

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