Non hanno mal mancato per un solo giorno di assistere, anche nel momenti più difficili, migliaia di autisti (mediamente 4000 mila al giorno) fornendo loro assistenza ai varchi del porto, evitando attese e lunghe code, cercando di far vivere meno disagi possibili a chi, per lavoro e scelta, vive tutti i giorni lungo le autostrade, spesso lontano da casa, e senza punti di riferimento.
Questi ragazzi, tutti con famiglie ed affetti da proteggere, non hanno avuto la possibilità di lavorare in smartworking, il loro lavoro non lo consente, non hanno la possibilità di mettere un muro di distanza tra loro e le migliaia di persone che tutti i giorni passano dai varchi per rifornire di merci il Paese.
Eppure i lavoratori dei varchi portuali sono sempre stati lì, nelle loro postazioni, al fianco degli autotrasportatori dalle 6 del mattino fino alle 22.00 di sera. Lavorano dal lunedì al sabato, lo fanno con passione, professionalità ed umiltà, con entusiasmo e coraggio. Lavorano per le aziende di spedizioni e per i terminali, ma di fatto lavorano per tutti noi.
Tra le tantissime immagini che ho di loro voglio ricordarne una quella in cui, in piena pandemia, con le nuove norme anti-Covid appena entrate in vigore, eravate assediati da centinaia di trasportatori giustamente disorientati, la maggior parte dei quali stranieri. Ebbene ho visto servirli con pazienza ed educazione, tutti dal primo all’ultimo gestendo in modo egregio momenti veramente difficile.