27.04.2022 - L'effetto domino del blocco dei porti cinesi. 'Peggio del primo lockdown di Whuan'

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Giampaolo BottaSpediporto: “I costi delle materie prime e del commercio globale destinati a crescere ancora” di Nicola Giordanella 27 Aprile 2022 – 17:28 Genova. “La mancata operatività dei porti cinesi, di fatto un vero e proprio blocco dei porti cinesi, è un break event peggiore del primo lockdown cinese del 2020 i cui effetti incideranno sulla nostra economia per i prossimi mesi”. Questa l’analisi di Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, a proposito del blocco di fatto dei maggiori porti commerciali cinesi, a partire da Shanghai, alle prese da diverse settimane con gli effetti diretti e indiretti del nuovo poderoso lockdown imposto dalle autorità di Beijing. “Teoricamente i porti sono operativi ma di fatto mancano i lavoratori, costretti a accessi contingentati e isolamenti totali – spiega – cosa che sta facendo bloccare gli ingranaggi dell’economia mondiale. Tutta la Cina del Sud è in lockdown con i porti di Shanghai, Hong Kong, Quanzhou e Shenzhen praticamente fermi. Questi quattro rappresentano il 20% della capacità logistica della Cina, e il loro stop sta creando un effetto domino su tutta l’economia mondiale”. In questi giorni si stanno facendo sentire i primi effetti, con un primo decongestionamento degli arrivi in Europa, e le prime conseguenze: “Aumento dei prezzi e soprattutto carenza di prodotti e materie prime – sottolinea Botta – cosa che aggraverà la situazione in molti comparti industriali del paese, come di tutto il continente, dall’edilizia alla meccanica, visto che praticamente tutta la produzione dipende in misura variabile dagli approvvigionamenti con la Cina”. Giampaolo Botta Uno scenario che avevamo già in parte visto nel 2020, con il primo lockdown, ma con conseguenze peggiori. Sì perché se due anni fa tutta l’economia mondiale in qualche modo si era ‘adattata’ fermandosi o comunque rallentando, oggi le economie europee sono attive e pulsanti, e la domanda di materie e prodotti è rimasta invariata. A chiudersi sono i “rubinetti”, con la conseguente dinamica inflazionistica del mercato. “Molte attività, soprattutto i cantieri, saranno sospesi o ridotti al minimo – prevede Botta – in attesa di un ritorno alla normalità”. Ritorno alla normalità che però non sarà immediato quando cesserà l’emergenza sanitaria cinese: “Ci troveremo con un gigantesco congestionamento logistico a partire dalla gestione dei container stessi, visto che una buona parte di quelli vuoti e utilizzabili sono oggi fermi in Cina”. Con un conseguente aumento dei costi di trasporto e della mancanza ‘di stiva’ per il commercio mondiale. Uno scenario non rassicurante che aggiunge criticità a criticità: “Avremo un combinato disposta tra l’incertezza dello scenario legato alla guerra, con la chiusura degli approvvigionamenti energetici, e la carenza di materie e prodotti in arrivo dalla Cina, con un generale effetto sui prezzi ma anche sulla presenza stessa della merce”. Un effetto domino che potrebbe costare caro all’economia italiana ed europea, e che potrebbe mettere sotto stress l’attività portuale genovese. Con ricadute ancora imprevedibili. Sarà un’estate torrida, prepariamoci.  

Fonte Genova 24  – Intervento di Giampaolo Botta

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